mercoledì 21 agosto 2013

La mamma perfetta

Allora, partiamo dall'inizio. Il parto. Dev'essere naturale, meglio ancora se a casa. Perché il parto naturale é quanto di meglio ci sia per iniziare (continuare...) il rapporto madre-figlio, perché non si può togliere al figlio l'esperienza fondamentale di una nascita che coinvolge attivamente entrambi. I benefici per entrambi sono molti, sarai una madre felice e avrai un figlio felice. Se poi il parto avviene a casa ancora meglio perché gli risparmi (e ti risparmi) l'incubo di due giorni di degenza, l'ospedalizzazione, i farmaci, il rischio che ti inducano o che ti taglino come se di lì fosse passato Zorro.
Devi avere le palle quadrate perché non solo devi affrontare il travaglio, i dolori, la fatica, le spinte, il marito che non sa cosa fare per aiutarti, eccetera, ma devi anche avere quell'equilibrio interiore che ti fa stare serena a casa tua senza pensare alle complicazioni che potrebbero esserci, e che non ci sono quasi mai, ma chissà!
Ma tant'é, se vuoi essere una madre perfetta e avere un figlio felice, partorisci con dolore e fallo a casa.
Secondo step. Immediato, perché arriva subito dopo il primo (e che sia subito subito!). L'allattamento. Deve essere esclusivamente al seno, quindi non dargli mai aggiunte di latte artificiale perché altrimenti la "centrale del latte" inizia ad entrare in crisi e rischia di chiudere i battenti troppo presto. E metti il pupo in cassa integrazione, alimentato a latte artificiale.
E che sia a richiesta. Cioé: piange, lo allatti. Muove la bocca, lo allatti. Si ciuccia le mani, lo allatti. Fa un peto, lo allatti. Praticamente nei primi due/tre mesi non puoi fare altro che allattare perché il principino deve crescere, crescere, crescere e quindi ha fame ogni cinque minuti, e poi é spaventato perché é stato proiettato nel giro di poche ore in un mondo a lui sconosciuto e quindi deve consolarsi con il seno, unica sicurezza della sua ancor breve vita, e poi gli si smuove tutto nella pancia che gli sembra di avere Alien al posto dell'intestino e per calmare quei dolorini e lo spavento deve ciucciare, ciucciare, ciucciare... L'allattamento al seno crea l'attaccamento, é una gioia per la mamma (sempre?) e per il figlio, previene la SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante per chi non lo sapesse), le malattie, le allergie e forse anche l'unghia incarnita. Guai, guai, guai a chi rinuncia all'allattamento al seno!
Parallelamente all'allattamento al seno, la mamma perfetta deve anche preoccuparsi del contatto continuo. Se fino ad ora ho detto cose scontate per molti, qua vi lascerò basiti. Non tutti, ma molti. 
Sì, se vuoi dare il meglio a tuo figlio devi portartelo sempre addosso. Perché? Semplice: perché ne ha bisogno. Avrai allora un bambino che piange poco, che é più sereno, che presumibilmente non si ciuccierà il dito o il succhiotto perché costantemente confortato dal calore della mamma, dal battito del suo cuore, dal suono della sua voce. Non ascoltare chi ti dice "così lo vizi!" (e che, si vizia un bambino di pochi giorni che l'unico ragionamento che é in grado di fare é: sento qualcosa che mi disturba, cerco il seno?), chi ti dice "poi si abitua!" (ma a cosa poi?) e "non può stare sempre
in braccio". Bè, questo é vero: se non vuoi farti venire il gomito del tennista, la spalla del velista e la schiena del gommista non puoi tenertelo sempre in braccio. Soprattutto se hai qualcosa in più di vent'anni. E allora vai di fasce, lunghe o meno lunghe, elastiche o con gli anelli, marsupi, mei-tei, zaini e pochette. Mettilo dove vuoi, basta che te lo spiaccichi addosso almeno ventitré ore al giorno. 
Ventitré?! 
Bè, sì, un'oretta complessiva di libertà per fare la pipì, la cacca, la doccia e lavarci i denti senza spalmargli il dentifricio sulla testa vorremo pur concedercela! 
Sì, ma ventitré...e la notte?!!? 
Tranquilla, mamma perfetta, la notte deve dormire con te. Eh, già, non vorrai mica allontanarlo da te nel momento delicato del sonno? Inizia a pensare quindi a un letto più grande, se vuoi essere perfetta e avere un figlio felice.
Ma veniamo ai pannolini. Non vorrai mica usare quei terribili sacchetti di carta plasticosa che inquinano il pianeta con quintali di rifiuti/pro-figlio e arrossano il culetto del tuo bambino? Nooooooo! Ecco allora che scoprirai che hanno inventato (cioé, ci sono sempre stati ma ce ne eravamo dimenticati) i pannolini lavabili: cotone, bamboo, pile, canapa, a taglia unica o a taglie, ciripà o mutandina, tutti in uno o in due pezzi. Ce ne sono talmente tanti tipi che, non solo ci metterai un anno per decidere quali comprare, ma sicuramente troverai quello che soddisfa al meglio le tue esigenze...che sicuramente non sarà quello che hai appena acquistato. Comunque, il pannolino lavabile é comodo per il bambino (vuoi mettere avere il sedere avvolto dal cotone piuttosto che dalla carta?), riduce il rischio di arrossamenti, fa traspirare la pelle, non inquina, né in produzione (di solito sono bio) né allo smaltimento perché li utilizzi per più figli o li presti all'amica che ha deciso pure lei di essere una mamma perfetta, sono economici rispetto agli usa e getta e poi ti diverti a fare un sacco di lavatrici. Il sogno di ogni donna: lava i panni, stendi i panni, raccogli i panni, piega i panni, lava i panni, stendi i panni, raccogli....
Ma se vuoi fare la scelta vera, quella che ti renderà veramente perfetta al disopra di tutto e tutti...SENZA PANNOLINO! E vvaaaai! Se ti informi scoprirai che già a partire dai quattro mesi puoi insegnare al tuo bambino a fare i bisogni nel vasino. Piano piano, bagnando centinaia di vestiti, suoi, tuoi, del papà, della nonna e del commesso del supermercato, imbrattando pavimenti, poltrone e tovaglie, con molta pazienza e investendo una non insignificante quantità del tuo tempo riuscirai a fare a meno dei pannolini. Che liberazione! Per lui, che vestirà solo comode mutandine, e per te, che non produrrai rifiuti o non dovrai rottamare anzitempo la lavatrice.
Comunque, un figlio non é solo tetta, cacca e pipì. Viene il momento in cui entra in scena il cibo. Quello solido intendo. Lo chiamano svezzamento. Qualcuno fa notare che svezzamento significa togliere il vizio. Quindi per "tradizione" il seno é considerato un vizio, non una necessità fondamentale. Al di là di questa precisazione, lo svezzamento si inizia tra i 4 e i 6 mesi, a seconda delle epoche e delle convinzioni dei pediatri. Però l'OMS dice di allattare esclusivamente al seno fino ai sei mesi, portando anche delle interessanti motivazioni. E allora, a chi deve dare retta la madre perfetta? Al pediatra o all'OMS? Facile, perché la cosa migliore da fare é l'autosvezzamento, meglio detto "alimentazione complementare a richiesta", proprio per smettere di considerare la tetta un vizio. Latte fino a sei mesi, poi lo metti a tavola con voi e il pupo si mangia quel che passa il convento, ovvero quello che mangiano mamma e papà. Niente pappe, niente minestrine, niente creme e liofilizzati. Se vuoi preservare la salute del'intestino del tuo bambino fai autosvezzamento. Così ogni giorno a tavola pranzerai con l'angoscia che il piccolo si strozza...non succede quasi mai, e se succede, basta aver imparato le manovre di disostruzione, ma anche se lo sai non riuscirai comunque a pranzare serena per il primo anno e mezzo di vita di tuo figlio. Tanto non ci riuscirai neanche dopo perché non si é mai vista una madre che si siede a tavola con gli altri, inizia a mangiare, finisce di mangiare e si alza da tavola. Di solito si siede quando gli altri hanno già lo stomaco sufficientemente repleto, mette in bocca il primo boccone e, prima ancora che l'abbia sufficientemente imbevuto di saliva, i figli, in ordine sparso di età, iniziano a chiederle di passargli l'acqua (che é dall'altra parte del tavolo vicino al papà), di mettergli l'olio (che é dall'altra parte della cucina e il papà é seduto dove è scomodissimo alzarsi), di grattuggiargli il parmigiano (che é rimasto nel frigorifero e la grattuggia non si sa esattamente dove sia). Quando tutte le esigenze alimentari sono soddisfatte, e la mamma inizia a svuotare il suo piatto di pasta ormai fredda, i figli, in ordine sparso di età, generalmente vanno in bagno a fare la cacca..."Mammaaaaaa!".
Quindi, mamma perfetta, mettiti il cuore in pace, e inizia a considerare il momento del pasto una tortura. Però, se fai autosvezzamento, non solo salvaguarderai la salute dell'apparato gastrointestinale di tuo figlio, ma instaurerai anche un sereno rapporto col cibo e tuo figlio sarà felice anche a tavola.
E a proposito di cibo, dobbiamo considerare anche quello che mettiamo sulla nostra tavola. Allora la mamma perfetta dovrà acquistare solo cibi biologici, che deve andare a cercare al mercato bio che c'é solo una volta al mese a circa 20 km di distanza o all'ipermercato che ha prodotti bio economici che si trova a circa 20 km di distanza. E poi studiare un menù perfettamente bilanciato: poca carne (la cosa più facile da acquistare e cucinare), più pesce (che devi andare in pescheria la mattina, prendere quello di piccola taglia perché meno inquinato e che di solito i bambini schifano), cereali integrali ("mamma, ma io voglio la pasta in bianco!"), uova e latticini in modica quantità e montagne di verdura, frutta e legumi (che devi mettere in ammollo la sera prima e iniziare a cucinare con largo anticipo e risaputamente i bambini odiano). Pochi dolci rigorosamente fatti in casa, miele e zucchero di canna per dolcificare, niente bibite gassate. E poi subito a lavarsi i denti!
Brevemente, ci sono altre cose fondamentali per una mamma perfetta: i vari corsi con i neonati. Acquaticità, musica, inglese tutte cose indispensabili per un migliore sviluppo psicofisico e per il suo futuro!

Ecco. In fondo non é difficile. Sarai una mamma perfetta, i tuoi figli saranno perfetti e in salute, e sarete felici. Dovrai solo:
-avere le palle quadrate (l'abbiamo già detto) ;
-perdere un sacco di tempo per fare la spesa, lavare i pannolini o in alternativa cercare di evitarli, preparare i pasti, i dolci e i biscotti, fare il corso di disostruzione (che serve sempre però...), andare agli incontri della Lega del Latte, fare il corso per portare i piccoli, scegliere e acquistare pannolini e fasce e imparare ad usarli;
-sopportare e/o discutere con tutti quelli che ti dicono: "non tenerlo sempre in braccio che si abitua", oppure "ma sei sicura che il tuo latte basta?" o meglio "ancora lo allatti?!?!";
-sopportare le ansie delle complicazioni del parto, del bambino che si soffoca mentre mangia i maccheroni al ragù, del menù equilibrato, dell'"Hai mangiato la verdura?";
-dire no a: Nutella, Pan di Stelle, Gocciole, caramelle e gomme da masticare, crackers al pomodoro, ovetti Kinder, Coca Cola e affini, zucchero filato, ghiaccioli e Calippi; ma sono i no che fanno crescere....
-trovare le parole giuste per dire al pediatra che non state seguendo le sue indicazioni per lo svezzamento;
-sopportare il gomito del tennista, la spalla del velista e la schiena del gommista, che tanto, qulaunque fascia o marsupio sceglierai, ti verranno lo stesso.

Confesso che ho cercato di essere una mamma perfetta. E mi ci é voluto un terzo figlio per capire (ma ci stavo arrivando già prima) che la perfezione é essere imperfetti. Perché puntare alla perfezione genera stress. Alla mamma e ai figli.
Ho avuto la fortuna di partorire tre figli naturalmente, ma in ospedale. Mi hanno pure tagliuzzata e qualche botta di ossitocina me l'hanno data. Ma stiamo bene lo stesso. Ho tre tipi di fasce (perché ogni figlio é diverso e non é che va bene la stessa per tutti) e il mal di schiena e un terzo figlio che a quattro mesi pesava quasi otto chili. Contatto per quanto possibile, ma appena posso lo lascio dov'é. Mi sembra felice. Ride sempre. E soprattutto gli altri due non sono troppo gelosi. Di notte ha dormito con me finché non sono riuscita ad abituarlo con calma a stare nella culla. Quando non ci sta non insisto e lo sparapanzo nel lettone (che tanto one non é). Lo stesso ho fatto con gli altri. Credo che sperimenterò l'autosvezzamento con Francesco, non l'ho fatto con gli altri, comunque conosco fior di persone svezzati precocemente ma con un apparato gastrointestinale in ottime condizioni e anche i miei figli godono di ottima salute. E se vivrò nell'ansia del soffocamento mi rimetterò a preparare pappe. Cerco di usare cibi biologici (e per fortuna in parte li produciamo), ma non me ne faccio (più) un dramma se per qualche giorno devo andare a far la spesa da un comune fruttivendolo. Il menù é equilibrato tre giorni sì e uno no, ho imparato a dire sì a tutte quelle cose di cui sopra una volta ogni tanto e ho rinunciato a propinare solo dolci e biscotti fatti da me ("mamma, sono buoni i tuoi biscotti, ma adesso non mi vanno"...e giù di Gocciole!). Al terzo figlio ho anche ceduto all'acquisto di qualche pannolino usa e getta.
Tutto questo in nome della serentià. Perché in fondo credo di aver capito quello di cui hanno veramente bisogno i bambini. Contatto, affetto, attenzione, comprensione, empatia. Che poi glie li dai allattandoli al seno o nutrendoli col biberon, la differenza sarà minima. Magari non dandogli il biberon come fossero oche da fois gràs, ma tenendoli accoccolati e guardandoli negli occhi. Se tutto ciò é accompagnato da una buona dose di serenità cresceranno felici e, di conseguenza, in salute. Anche con la Nutella che, si sa, fa male, ma rende felici.

(PS. Per evitare fraintendimenti e soprattutto che passi un messaggio sbagliato, sono fermamente convinta che cose come il parto naturale o l'allattamento al seno siano la cosa migliore per una mamma e suo figlio. Ma a volte qualcuno non ci riesce e allora...va bene lo stesso!)



Nessun commento:

Posta un commento