domenica 9 giugno 2013

Francesco. Come il Papa?

Non é per niente facile al terzo figlio trovare il tempo di scrivere qualche idiozia in un blog già di suo poco aggiornato. Ma sembra che stasera il mio fisico e la mia mente riescano a reggere qualche ora in più, e allora perché non rimettere mano alla tastiera e lasciare che i pensieri fluiscano liberi attraverso le mie dita?
Quasi tre mesi fa é sbarcato in questo mondo Francesco. Strana combinazione che proprio in quei giorni l'elezione del nuovo Papa abbia introdotto nell'elenco dei nomi "papali" anche quello del patrono d'Italia.
Strana perché, sebbene questo nome aleggiasse nella nostra mente da sempre, non l'avevamo scelto fino ad ora. E anche un po' fastidiosa, sotto un certo aspetto. Perché quando la gente mi chiede come si chiama, rispondo orgogliosa "Francesco!" e mi sento osservare "Che bel nome! Come il Papa?". Mi rattristo un po' ogni volta e rispondo "No, ma l'ispirazione é la stessa". Nessuno fino ad ora mi ha detto "Che bel nome, come San Francesco d'Assisi?". Nulla contro Papa Francesco, per carità. Anzi, sono stata felice che finalmente un Papa abbia scelto questo nome (ma perché nessuno mai?). Ma mi sarebbe piaciuto che questo nome avesse richiamato come prima cosa il ricordo del poverello di Assisi, di colui che si é spogliato di tutto davanti a suo padre per diventare ricco davanti al Padre, di colui che ha fatto dell'amore per il prossimo la sua legge, di colui che predicava l'amore e il rispetto per il creato. E invece no. Almeno per un po' di anni, il nome che abbiamo scelto per il nostro terzo figlio farà pensare al Papa. Sembra proprio che San Francesco, colui che ha messo in pratica il Vangelo alla lettera, sia destinato a passare sempre in second'ordine. E' il patrono d'Italia, e nessuno lo festeggia (se non i conventi francescani, ovviamente). Qui in Sicilia si fanno processioni, voti, pellegrinaggi e fuochi d'artificio per una gran quantità di santi, da Sant'Antonio a Sant'Alfio, da Sant'Agata a San Sebastiano, da San Mauro a Santa Barbara, senza dimenticare ovviamente San Giuseppe e tutte le Marie possibili (ma non é sempre la stessa, mi domando?). Ma il quattro di ottobre tutto tace. E' il santo che piace a tutti, atei e credenti, eppure nessuno lo ricorda mai. Non conosco nessuna chiesa intitolata a lui. Nessun Papa prima d'ora aveva scelto questo nome. 
Insomma, umile anche nella santità, come si confà al suo essere. Ma mi verrebbe da fare un'osservazione forse fastidiosa per noi credenti e che certo solleticherebbe tutti gli atei sempre pronti a scagliarsi contro la Chiesa. Non é che noi Chiesa ci dimentichiamo di San Francesco perché ci si é un po' dimenticati del Vangelo?

Lascio l'osservazione qua, sospesa tre le righe, a infastidire qualcuno e a far annuire qualcun altro, sperando che però nel suo piccolo faccia riflettere, per tornare all'inizio di questo pensiero. La nascita di Francesco, quello non santo (non ancora per lo meno!) che si é affacciato nel mondo il 18 marzo del 2013. Quell'esserino urlante e fragile che così, un giorno, ha arricchito la nostra famiglia.
Certo, definirlo "esserino" ora che pesa quasi sette chili ed é lungo circa sessanta centimetri fa abbastanza ridere, eppure per qualche giorno é stato un esserino. Poi, a furia di spremere, ha avviato una produzione di latte da far invidia alla Granarolo e ha iniziato a crescere al ritmo di quasi un chilo e mezzo al mese
. E dire che la pediatra dell'ospedale, alle dimissioni, si era raccomandata di farlo visitare presto dal pediatra di famiglia perché aveva perso peso quasi al limite massimo e "se non prende almeno 120 grammi in una settimana deve dargli un'aggiunta di latte". Tié. Eccolo qua, il gigante. Un chilo e rotti in più di Tommaso e Viola alla stessa età. Occhi vispi e attenti, testa tesa e sorriso da far squagliare tutti i ghiacciai, come se non bastasse l'effetto serra.

Dicevo che ha arricchito la nostra famiglia. Di cosa, mi si potrebbe chiedere. Di tante cose. Innanzitutto di gioia, naturalmente. E' la prima cosa che viene in mente, la più scontata forse, quella che non ha bisogno di spiegazioni. Gioia immensa, indescrivibile, gioia che contagia tutte le persone (tante) che passano in questa casa. E' il bambolotto di tutti. 
E poi?
Fatica. Tanta fatica in più. Star dietro a tutti e a tutto é diventato ancora più difficile. A volte guardo alla sera come l'obiettivo della mia giornata. La sera quando tutti dormono e io posso spegnermi, quando regna il silenzio, quando posso pensare a me, ma appena inizio a pensare... mi sono già addormentata.
Ansie e preoccupazioni. Tempo fa ho letto da qualche parte questa frase: "l'amore di una madre non si divide, si moltiplica". Vero, verissimo. Ma direi che si può sostituire la parola amore con preoccupazioni e la frase é vera uguale. A ogni figlio aumentano le preoccupazioni. Parlo per me, ovviamente, che temo la malattia inguaribile alla prima linea di febbre o l'evento disastroso appena sento un pianto. Ma forse é caratteristica comune di molte madri (spero). A volte penso che non ce la posso fare a sopportare tutta quest'ansia, ma come disse mia mamma, che lo é da più di quarant'anni, una madre deve imparare a convivere con le proprie ansie. Farò il possibile.
Il sonno. Cioé, non ha arricchito la famiglia di sonno, ovviamente, ma ha aumentato la carenza di sonno, almeno per quanto mi riguarda. Per questo non dovrei essere qua a quest'ora a scrivere, ma dovrei approfittare di questa pace per dormire perché fra poco ci sarà la prima sveglia notturna, seguita poi da Tommaso che viene nel lettone o da Viola che non riesce a coprirsi, per continuare con un'altra poppata e poi con la sveglia delle sette "Forza, tutti a scuola!". Viva le vacanze, viva la fine della scuola! Che l'estate mi porti qualche ora di sonno in più.

Gelosie. Anche queste sono aumentate. Tommaso si lamenta che non può stare mai solo con me. Viola non la si può rimproverare per nulla che per un'ora si rintana nel letto a piangere e ogni minuto ha mal di pancia,  mal di guancia, mal di dito, mal d'orecchio, eccetera, eccetera, eccetera. Eppure la cosa incredibile é che anche loro gli vogliono bene. E Vincenzo? Bè, anche lui si lamenta un po'. Ed ha ragione, quel piccolino mi assorbe così tanto e gli altri due seguono a ruota che a volte (già lo sento che ribatte: sempre!) rischio di dimenticarmi di avere un marito...

Insomma, ogni tanto mi dico "ma chi ce l'ha fatto fare?". Ma poi quando quel piccoletto mi sorride tutto svanisce e rimane solo quella gioia immensa...

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