Non si può certo pensare
di andare a Taormina a godersi il mare. Dietro casa dei miei suoceri,
che si sono concessi questo (extra)lusso, c'è la funivia che porta a
Mazzarò, comodissima, in pochi minuti sei al mare, senza bisogno di
prendere la macchina e senza dover fare lunghe camminate sotto il sole
cocente. Per chi ha bambini è facilmente comprensibile come questa possa
essere una grande, enorme comodità.
La spiaggia è in un posto
favoloso, come del resto tutte le spiagge di Taormina. O meglio. E' in
un posto che una volta era favoloso e che ora è stato devastato da
architetti e piani regolatori senza sentimenti e sensibilità, come del
resto tutte le spiagge di Taormina.
Per chi non la conoscesse, si trova in un'insenatura tra montagne che si tuffano ardite in un mare di un azzurro accecante. Non sono brava a prendere le misure a occhio, forse è lunga cento metri, o duecento o più. Non importa. Diciamo che è lunga duecento metri? Centoottanta sono occupati (okkupati) dai lidi. Un giorno, dato l'orario (11.30) e l'assenza di un nostro ombrellone, abbiamo avuto l'ingenuità di chiedere quanto costasse affittare ombrellone e lettino. Lasciamo perdere. Ho speso meno per due notti in campeggio a due passi da Vendicari. E si trattava di un ombrellone in ultima fila. Rimane quindi l'opzione spiaggia libera, peraltro opzione da me sempre prediletta, che per fortuna c'è. Almeno quello.
Per chi non la conoscesse, si trova in un'insenatura tra montagne che si tuffano ardite in un mare di un azzurro accecante. Non sono brava a prendere le misure a occhio, forse è lunga cento metri, o duecento o più. Non importa. Diciamo che è lunga duecento metri? Centoottanta sono occupati (okkupati) dai lidi. Un giorno, dato l'orario (11.30) e l'assenza di un nostro ombrellone, abbiamo avuto l'ingenuità di chiedere quanto costasse affittare ombrellone e lettino. Lasciamo perdere. Ho speso meno per due notti in campeggio a due passi da Vendicari. E si trattava di un ombrellone in ultima fila. Rimane quindi l'opzione spiaggia libera, peraltro opzione da me sempre prediletta, che per fortuna c'è. Almeno quello.
La
spiaggia libera è nell'angolo terminale dell'insenatura, attaccata a una
graziosa montagnola rocciosa. Da lì ti potresti godere un bello
spettacolo con quella splendida (un tempo) montagna di fronte. Peccato
quell'albergo bianco perla che si staglia nel verde della montagna
proprio di fronte ai tuoi occhi quando beato, poiché ancora
inconsapevole di come si svolgeranno quelle due ore "rilassanti" sulla
spiaggia, ti sdrai sul tuo asciugamano dopo aver rimosso una decina
(minimo) di mozziconi di sigaretta da quel metro quadrato. E' lì,
candido e innocente, a un metro dal mare. Non ho assaporato il piacere,
perché impegnata in altre osservazioni, di vedere quale spettacolo
offrisse, dall'altro angolo dell'insenatura, l'albergo che sorge senza
vergogna accanto alla spiaggia libera. Dalla spiaggia libera non lo si
nota perché ce l'hai sopra la testa, dietro le spalle, ti respira sul
collo. Lo senti, ma non lo vedi. Così, sopprimendo con sforzo titanico i
sensi diversi dalla vista, ti puoi illudere che non esista.
Dicevo,
la spiaggia libera. Per trovare un posto dove sdraiarti (e devi
comunque rinunciare fin dal principio all'idea di trovare una zona in
cui non devi spendere dieci minuti a togliere 'a munnizza) ti devi
destreggiare tra avamposti bellici di scuole di sub, noleggio pedalò e
moto d'acqua, escursioni alla Grotta Azzurra e sorridenti ragazze cinesi
che ti massaggiano per un'ora alla modica cifra di quaranta euro. Devo
dire la verità, queste ultime, tra tutti, sono quelle che mi stanno più
simpatiche e che non mi vien voglia con ribrezzo di urlargli "ma proprio
qua vi dovete mettere?". Non so perché, forse si tratta di razzismo al
contrario (omsizzar?): siccome vieni da un altro paese e penso che sia
abbastanza dura per te stare da queste parti, tollero quello che fai
anche se forse, sotto sotto, mi potrebbe anche dare un po' fastidio.
Buffo. Saranno i tanti anni passati nella cosiddetta padania (non
crediate che ci sia un errore grammaticale in quella p minuscola) che
suscitano un rigurgito anti-bossiano?
Ma torniamo alle due ore
rilassanti (speranza vana vista la compresenza di tre bambini, due figli
e una nipote). Appena arrivi in spiaggia, dopo aver trovato un angolo
dove mettere l'asciugamano, hai subito una gran voglia di fare il bagno.
L'acqua è limpida, splendida ora che siamo a settembre. Non potevo dire
altrettanto ad agosto, quando inevitabilmente la presenza di quegli
alberghi si rendeva visibile anche avendoli alle spalle, bastava
guardare il mare. Ad agosto con difficoltà entravo in acqua. Ahimé, lo
so, sono viziata. Il mare siciliano mi ha viziata. E' dura fare il
bagno dove non vedi nitidamente il fondo.
Comunque, per fortuna è
settembre. Infili i braccioli ai due cuccioli che ancora non galleggiano
da soli e ti avvii scegliendo lo spazio di mare più largo tra barche e
gommoni ormeggiati sulla riva. Quelli degli avamposti bellici. Nel mare
c'è l'esercito vero e proprio. E' un sollievo quando parte
un'escursione, ti sorbisci cinque minuti l'odore di nafta, se non hanno
la benevolenza di non accendere il motore proprio sulla riva, e poi si
liberano due metri di mare! Il secondo giorno, ormai esperta, ti piazzi
il più possibile vicino al lido, perché, certo, lì mica parcheggiano i
barconi. Stai nella spiaggia libera e ti sposti verso il lido a fare il
bagno. Viva San Demanio!
Peccato che quando prendi questa saggia
decisione ti imbatti in un giovanotto, neanche tanto carino,
diciamocelo, che sta facendo un servizio fotografico (li chiamano book,
che poi vuol dire libro...mah?) occupando virtualmente tutto lo spazio
di mare compreso nell'obiettivo di quel fotografo ciccione. Scusate.
Nulla contro le persone sovrappeso. Ma quello se lo merita. Quindi,
niente barche, ormeggiate alla nostra sinistra, ma "bambini, non andate
di là che fanno le foto", "Tommaso, non schizzare con i piedi", sentendo
dall'altro versante "adesso corri sulla spiaggia", "ora immergiti in
acqua, esci e scuoti la testa", "sdraiati sul bagnasciuga". Comunque,
non mi dilungo sulla ridicolaggine di quelle foto, lascio spazio alla
vostra fantasia. "Chissà che destino avrà quel book" ti domandi con una
sottile (ma mica tanto) ironia che per fortuna nessuno può raccogliere.
La
schiavitù dura una ventina di minuti. Dopodiché si spostano e torna la
libertà di movimento. Cinque minuti di paradiso (bà, non esageriamo),
interrotti con irruenza da una musica che spezza proprio uno di quei
rari momenti di quiete in cui tutti e tre i bambini si stanno facendo i
fatti loro e stavi quasi ipotizzando che avresti potuto aprire
finalmente quel libro che aspetta silenzioso nella borsa del mare. "Ma
che c....!?" . E' quel simpatico "capitano" delle escursioni che ha
acceso la radio. L'opzione "molestie acustiche alla pace" mi mancava.
Comunque, si sa, ci si abitua a tutto. Dopo un po' la musica diventa
sottofondo quasi naturale. D'altronde ho vissuto per un anno in un
appartamento a Milano al primo piano in una strada...come dire...con una
vivace vita notturna. Se mi sono abituata a quello, un po' di musica su
una spiaggia di Taormina cosa vuoi che sia!
Fortuna che
l'escursione parte e ritrovi un po' di pace. Senza la possibilità di
aprire il libro, ahimé, perché tra merenda, bagni e richieste varie quel
momento di pace è sfumato. Puff!
A un certo punto, devastata
dall'arroganza di quel luogo, decidi anche tu di partire per un
escursione. Niente Grotta Azzurra però, quello i tuoi soldi se li può
sognare. "Bambini, andiamo a fare una passeggiata fino a quegli
scogli?", e indichi quell'angolo solitario e spopolato dalla parte
opposta dell'insenatura, là, proprio sotto il biancalbergo. Percorri
tutta la spiaggia e giungi in quello che veramente a quel punto ti
sembra un paradiso. Quello scoglio molto grande e piatto che si vede
dalla spiaggia libera nasconde una specie di laguna popolata da alghe,
pesci, granchi e conchiglie. Affascinante. I bambini sono felici, a
parte la piccola che forse ha ribrezzo a mettere i piedi sul tappeto
d'alghe, ma trova un'alternativa cercando tra i sassi della spiaggia
retrostante piccole conchiglie e sassolini colorati. Ci stai mezz'ora,
forse di più. Non c'è nessuno. Finalmente la pace e una natura che vive
nonostante l'uomo.
Già, l'uomo.
Già, l'uomo.
A proposito. Cos'è quel
tubo metallico che scorre sul fondo in mezzo ai sassi e che sembra
proprio provenire da lì, sì, sì, dal biancalbergo? Ti assale il dubbio,
come uno squalo in agguato. Da mezz'ora sei immersa lì con i
piedi...eppure, tutta quella vita...
???
!!!
"Bambini,
è ora di andare!". A fatica li convinci, d'altronde è passato
mezzogiorno e la nonna vi aspetta probabilmente già con la tavola
apparecchiata. Scappi da quel luogo che sembrava un paradiso ma che
forse era una trappola. Però almeno ti sei goduta un po' di pace.
Comunque,
peccato per la comodità di avere una casa al mare dove peraltro sei
servita e riverita dalla suocera, ma alla fine i miei suoceri con quella
casa faranno la cosa più furba. La affitteranno.
*"Bedda Sicilia" impera sulle magliette in vendita nei negozi di souvenir a Taormina.
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