domenica 10 maggio 2015

Solo per amore

Se passate in un reparto di puericultura di una qualsiasi libreria medio-grande, potete trovare una svariata proposta di libri che pretendono di insegnare come essere una buona madre. Io stessa ho cercato di farmi un po' istruire, sperando sempre di trovare dei buoni suggerimenti su come comportarsi con i propri figli. Eppure, credo che si possano leggere tutti i libri del mondo ma non si diventerà mai una madre "perfetta".

Voglio dire, una madre che non commetta errori, che sia in grado di affrontare ogni situazione con la giusta disposizionde d'animo, che sappia usare sempre la parola giusta al momento giusto. Che utopia. E forse, mi vien da dire, che orrore! Pensare di doversi confrontare con una madre perfetta deve essere frustante per qualsiasi figlio.
Però c'é parte degli adulti che hanno spesso da rimproverare qualcosa alle proprie madri (e padri...ma oggi vorrei dedicarmi alle mamme). Chi più chi meno, serba rancore per qualche comportamento, per qualche grosso o grossolano errore della propria madre. Chi più chi meno addossa sulla propria madre, probabilmente a ragione, la responsabilità di un qualche attuale proprio disagio che ostacola il sereno svolgimento della propria vita, non riuscendo a perdonarle tale mancanza.
Io penso che non si possa capire la propria madre se non quando si diventa a propria volta madre. Non dico che si possa capire perché abbia fatto determinati errori o scelte o perché abbia avuto certi comportamenti. Per questo é necessario essere psicologi, non madri. Però una cosa si può capire diventando madre: che tutto quello che una madre fa, giusto o sbagliato che sia, lo fa solo per amore.
Quando devi ascoltare due o tre voci contemporaneamonte che vogliono raccontarti quello che hanno fatto a scuola. Quando devi mantenere il controllo per contrastare scatti di rabbia e litigi, capricci e richieste impossibili. Quando devi per la ventesima volta ascoltare la solita barzelletta e dare la soddisfazione di divertirti. Quando ti alzi tre, quattro volte a notte per l'acqua, la pipì, il brutto sogno, la ciucciata notturna. Quando sei ridotta a dormire in dieci centimetri di letto, perché il resto é occupato da corpi non più lunghi di centotrenta centimentri e tuo marito neanche sai dove é andato a dormire. Quando sopporti il mal di schiena, il mal di spalla, il mal di testa e vai avanti nonostante tutto. Quando devi fare l'infermiera per due settimane consecutive e poi, cadendo malata, non hai neanche la possibilità di avere qualcuno che faccia da infermiera a te e, con la febbre, la nausea o la stanchezza devi comunque provvedere ai pasti, alle lavatrici, all'assistenza notturna, eccetera, eccetera, eccetera. Quando corri tutto il giorno tra una palestra e un corso di musica. Quando ti rendi conto che per te stessa devi ritagliarti un paio d'ore la sera, sapendo che pagherai il giorno dopo quelle due ore in meno di riposo. Quando non ti ricordi più quando é stata l'ultima volta che sei andata al cinema. Quando ti chiudi in bagno per poter leggere un libro in santa pace.
Ecco, in questi momenti a me capita di pensare alla mia di madre. A quello che ha sopportato per me, alle fatiche che ha fatto, alle rinunce, alle volte che deve essere stata sopraffatta dallo sconforto. E a tutto l'amore che l'ha guidata. E allora penso che mia madre di errori ne avrà fatti tanti, che anche lei, come tutte le madri, avrà usato quella volta il tono sbagliato, avrà minacciato un castigo che non doveva minacciare, avrà esagerato con quell'atteggiamento o avrà lesinato con qualcos'altro. Esattamente come succede a me, spesso. Ma tutto quello che ha fatto, l'ha fatto per amore e con amore. E allora non mi sento di rimproverarle nulla, devo solo prendere atto di quello che sono diventata, grazie a lei o per colpa sua, e portare avanti questo bagaglio, prendermene cura e cercare di alleggerirlo dove va alleggerito o aggiungere qualcosa dove qualcosa manca.
Se oggi sono quella che sono, con i miei pregi e i miei difetti, con la mia psicopatologia quotidiana, con le mie nevrosi e mancanze, mi é stato dato anche da lei. Se oggi posso crescere i miei figli e trasmettergli qualcosa di buono, é perché lei lo ha fatto con me. E spero che da adulti anche loro siano in grado di perdonare le mie mancanze, le ferite inflitte involontariamente, le parole sbagliate. Perché spero che capiscano che tutto é stato fatto con infinito amore.

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