venerdì 7 novembre 2014

"Cosa mi stavi raccontando...?"

Capita di voler parlare con il proprio marito. Penso sia normale. Magari ti é successo qualcosa di particolare, o anche di semplicemente banale, e hai voglia di raccontarglielo. Magari devi trasmettergli un'informazione importante, per esempio che é arrivata una bolletta da pagare o che c'é una riunione a scuola. Oppure, appena rientrato a casa, vuoi spiegargli perché un figlio sta saltando sul divano, l'altro gronda sangue da un labbro e l'altra é chiusa in camera arrabbiatissima. Capita. Penso capiti a tutte le mogli, con o senza figli. Con una differenza. Quelle senza figli riescono a farlo, quelle con figli no.

"Cosa mi stavi raccontando tre ore fa?", ha esordito dopo cena, dopo che, in ordine non casuale ma sempre lo stesso, i tre chiedono:
1- dopo cinque minuti dall'inizio della cena: "Ho finito, posso alzarmi?" (Viola)
2- dopo sette minuti dall'inizio della cena: ..... "Tommaso, hai finito?" "Sì, posso alzarmi?" "Sei già in piedi..."
3- "Mamma, uo uo uo...bimbi!" (Francesco, indicando verso la porta della cucina).
Silenzio. Tregua. Pace.
"Cosa mi stavi raccontando tre ore fa?"
Gli stavo raccontando che alle sette circa, dopo aver mangiato un non ben precisato numero di biscotti per merenda (iniziata alle sei e quindici), mi chiedono un tè. Pronto il té, lo vogliono bere con i biscotti. "Ok, però ne avete già mangiati abbastanza, sono le sette, non più di due."
Tommaso stranamente non protesta, si mangia i suoi due biscotti, si beve il té e ricomincia a giocare. Francesco tra un "Uè uo tè" e l'altro rovescia due volte il té, mordicchia un biscotto e ricomincia a giocare. Viola arriva un po' in ritardo, per impegni non rimandabili con il proprio corpo, le ripeto la storia dei due biscotti e inizia a inzupparli. "Ma perché solo due? Posso prenderne un altro?". "No, ho detto due". Non potevo concederne un altro a lei. E Tommaso? E Francesco? Troppe complicazioni...
Da qui é partita un'escalation inarrestabile di "Perché solo due? Ne voglio un altro!", "Mammaaaa, solo unoooo!", "Perché solo dueeeeeee?". Durante questo sketch tragicomico Tommaso chiede di venire in braccio e assiste alla scena comodamente seduto in prima fila sulle mie gambe, finché si alza avvertendo un improvviso mal di pancia e senso di nausea. Mi alzo per accompagnarlo in bagno, Viola nel frattempo, diventata attrice di secondo piano (c'era anche un terzo che faceva da comparsa...), corre in camera piangendo. Dopo cinque minuti in bagno pronto apparentemente a riversare il contenuto gastrico nel WC, Tommaso chiede se può giocare al computer e miracolosamente gli passa tutto. Viola é ancora in camera, Francesco vaga per la casa.
A questo punto entra in scena il marito, al quale vorresti raccontare l'accaduto. "A Tommaso viene da vomitare...". "Come mai?". Ma il dialogo, per non precisati e chiari motivi, finisce qua, per riprendere con quel "cosa mi stavi raccontando...?", dopo cena.
Passano le ore. Alla una e trenta vado a letto. Alla una e trenta?!! Ho avuto la malaugurata idea di mangiare il tiramisù al caffè stamattina, invece di quello all'orzo, fatto per i bimbi e per me. Non bevo caffè da anni e il risultato é che alla una e trenta ero ancora sveglia ma il peggio é che ora sono quasi le tre...
Insomma, alla una e trenta vado a letto e non riesco a prendere sonno e mi viene in mente che quella domanda é ancora rimasta senza risposta. Non si capisce come mai, non sono riuscita a raccontarglielo.

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